
Gli esperti consigliano anche ai CIO di investire in tecnologie che indirizzino le esigenze emergenti del ciclo di vita dei dati.
“L’AI generativa sta, fondamentalmente, rimodellando il ciclo di vita dei dati, creando un mix molto più dinamico di contenuti effimeri, memorizzati nella cache e archiviati in modo persistente. La maggior parte degli output della GenAI ha vita breve ed è utilizzata solo per secondi, minuti o ore, il che aumenta la necessità di infrastrutture ad alte prestazioni come DRAM e SSD per gestire iterazioni rapide, caching e flussi di lavoro volatili”, specifica Wright.
“Ma allo stesso tempo, un sottoinsieme significativo di output dell’AI generativa persiste, come documenti finalizzati, asset multimediali approvati, dataset di addestramento sintetici e contenuti rilevanti per la compliance, e questi si affidano ancora pesantemente a HDD ad alta capacità ed efficienti in termini di costi per l’archiviazione a lungo termine”, precisa ancora. “Man mano che l’adozione della GenAI cresce, le imprese avranno bisogno di strategie dati che accomodino questo intero ciclo di vita, dalla memoria ultra-veloce per contenuti transitori a robusti sistemi basati su HDD per archivi durevoli, perché il carico/dinamica di archiviazione sta cambiando”.

